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“CARTABIA” HA MESSO L’UNO CONTRO L’ALTRO I GIUDICI DELLA CASSAZIONE

Sentenza 40719/2023 Corte Cassazione

Non pensiate a male!
Non c’è stata nessuna disputa o litigio tra i giudici della Suprema Corte, oltretutto appartenenti alla medesima sezione giudicante: la tenzone si è aperta solo in riferimento all’interpretazione da attribuire alla nuova normativa della Legge Cartabia, la 150/2002, in merito alla competenza spettante nei delitti che comportino lesioni personali o malattia, superiore ai 20 giorni di decorso.

In una precedente pronuncia, la stessa sezione della Corte aveva riconosciuto detta competenza al Giudice di Pace e non al Tribunale, per una interpretazione estensiva di detta ultima disposizione di legge, che estendeva la competenza alla predetta autorità giudiziaria, in tutti i casi di lesioni, procedibili a “querela di parte”.

Detto orientamento è stato delegittimato dall’attuale sentenza che prendiamo in esame, la quale richiama il dovere del giudice, tenuto ad attenersi fedelmente al tenore letterale delle disposizioni normative.
Nel caso in esame, deduce la Corte, non può esistere confusione dovuta ad una pluralità di significati, essendoci, nella fattispecie, un unico richiamo all’art.582 Codice Penale.

Ancora una volta si affaccia il problema “dell’ermeneutica”, ovvero l’interpretazione letterale delle disposizioni normative.

Per tale approfondimento giuridico, a soluzione della disputa interna, la Suprema Corte ha sancito che, per i delitti di lesioni con malattia di durata superiore a 20 giorni e non eccedente i 40 giorni, anche nel “dopo Cartabia”, la competenza rimane del Tribunale.