Lo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione nella sentenza 997/2022 depositata il 7 settembre 2022. I Supremi Giudici hanno infatti respinto il ricorso dell’uomo che aveva lasciato morire l’animale dopo avergli procurato sofferenze. Infatti l’art. 544 ter c.p. dice che “che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una
lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a
comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue
caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro”. Nessuna attenuante è stata quindi riconosciuta all’uomo e la morte del povero animale fa aumentare la pena della metà.