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Compie reato il privato cittadino che viola la privacy

Sentenza 13102/2024 Cassazione Penale

Questa sentenza dela Suprema Corte, è destinata a porre un freno legislativo a tutte quelle persone che, per abitudine tanto consolidata quanto deprecabile, sono abituate a parlare dei fatti degli altri, diffondendo notizie anche acquisite per caso.

Di fatto, viene considerata reato la diffusione dei dati sensibili, non solo da soggetti strettamente destinati a proteggere la privacy o garanti della stessa, ma anche da parte dei soliti “parlatori di strada”.

Se così non fosse, si autorizzerebbe implicitamente la possibilità, da parte dei privati cittadini, di diffondere impunemente dati sensibili che, al contrario, la legge tende a proteggere.

Una volta per tutte elenchiamo questi “dati sensibili”, perché si faccia, una volta per tutte, definitiva chiarezza.
Tali sono quelli che rivelano l’origine razziale o etnica, le convinzioni religiose o politiche, l’adesione a partiti, sindacati o ad altra organizzazione, oltre i dati personali su stato di salute e vita sessuale.

Per chi trasgredisce, prevista la reclusione fino a 3 anni di carcere.
Attenzione, dunque, alle chiacchiere indiscriminate!