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Condannato per falso il chirurgo che sbaglia l’intervento e manomette la cartella clinica.

La quinta sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza 815/2021 pubblicata il primo marzo ha sancito che scatta il falso del pubblico ufficiale in atti pubblici per il chirurgo che sbaglia l’operazione e ritocca la cartella clinica del paziente cercando di nascondere l’errore, sussistendo il dolo nell’indicazione mendace della diagnosi inserita nella scheda del medico perché, nel corso dell’operazione, si rende conto di operare all’arto sano dell’ammalato. Le perizie risultano decisive in quanto, il medico esperto, anche se inizialmente in buona fede, non può non accorgersi dell’errore. Sono escluse, dunque, leggerezza e negligenza del chirurgo che dirige la scheda di sala operatoria nel tentativo di nascondere l’errore. Non vi è alcuna scriminate anche nel caso in cui per stanchezza il medico non si accorga dello sbaglio avvenuto nel corso dell’operazione; l’errore deve rappresentarsi in termini di dolo eventuale, nel momento cui il personale gli fa notare che tutte le attrezzature erano state predisposte per l’operazione dell’arto sano. Pertanto, l’elemento soggettivo è dimostrato laddove l’agente si confronta con la specifica categoria di evento che si è verificata nella fattispecie concreta aderendosi sul piano psicologico.