La seconda sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza 7836/2021 pubblicata il 26 febbraio, accogliendo il ricorso di un detenuto contro le conclusioni del sostituto procuratore generale, ha sancito che in tempi di pandemia è possibile negare i domiciliari al recluso che soffre di insufficienza respiratoria e deflessione dell’umore. E’ escluso che si possa negare la sostituzione della misura cautelare carceraria senza una valutazione oggettiva dello stato di salute del recluso, essendo, la contemporanea presenza di più patologie particolarmente insidiosa per l’esposizione del ristretto al contagio da Covid-19. Lo stato di salute deve necessariamente essere compatibile con quello di detenzione, in virtù di un’attenta comparazione con la consulenza tecnica della difesa. Pertanto, il recluso è a rischio se i disturbi non sono adeguatamente trattati e, diversamente, potrebbe essere in pericolo di vita causa Coronavirus.