Sentenza 18/22 TAR Campania
Proprio il Tribunale Amministrativo della nostra città si è interessato, tempo fa, di un episodio in cui si voleva sfruttare la ormai diffusa difesa degli animali domestici, all’unico scopo di colpirne i padroni.
In corso di procedimento era apparso chiaro che l’esposto avanzato all’ASL dalla vicina, in merito a presunti maltrattamenti attuati su un cane, volevano solo denigrarne la proprietaria, con cui da tempo era ai ferri corti.
Il sopralluogo dei veterinari aveva, al contrario, evidenziato che “fido” viveva nella più totale serenità e pulizia.
Dette conclusioni erano state notificate alla proprietaria che, però, non si era voluta fermare lì ed aveva preteso di conoscere chi aveva prodotto la temeraria denuncia.
In questo caso, privo di valore il richiamo alla privacy della denunciante, perché l’accusata aveva tutto il diritto all’accesso difensivo dei documenti, ai sensi dell’art. 241 L.1990.
Alla luce di detta normativa, via libera alla citazione per diffamazione o querela per calunnia.
La legge non è al servizio delle beghe di quartiere.