Sentenza 130/2023 Corte Costituzionale
Oggi ci vogliamo schierare dal lato di tutti i pubblici dipendenti che sono andati in pensione da poco, o stanno per andarci: essenzialmente per portare una ventata di ottimismo, in riferimento al riconoscimento del “trattamento di fine servizio”.
È diventata abitudine consolidata attuare un pagamento, da parte dello Stato, in maniera differita o rateizzata.
La Corte Costituzionale ha sancito che tale comportamento contrasta con il principio della “giusta retribuzione”.
La questione è stata sollevata dal Tar Lazio, in riferimento all’art. 36 della Costituzione.
Per la Consulta, dunque, la giusta retribuzione non è riferita solo alla congruità del “quantum”, ma anche alla tempestività dell’erogazione.
Il momento in cui un pubblico dipendente va in pensione, rappresenta già di per sé un periodo psicologicamente delicato, per cui il TFS deve rappresentare una componente basilare, per supportare un momento di particolare vulnerabilità.
La normativa era stata introdotta per esigenze contingenti di quadratura dei conti pubblici, ma non può costituire “diritto quesito”, per una ritardata ottemperanza del dovuto da parte dello Stato. Ovviamente, a seguito di questa pronuncia, è necessario un pronto intervento governativo, atto a sanare la problematica da un punto di vista legislativo.