Lo ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Frosinone nella sentenza 395/21, pubblicata il 14 maggio. Nel caso di specie, un lavoratore ha confermato di aver timbrato il cartellino del capo assente ed inoltre pesano le dichiarazioni fatte in quanto, affinché l’operaio timbrasse al suo posto il capo, ha sottolineato che essendo di livello superiore poteva decidere autonomamente che il lavoratore lo facesse per suo conto. Perciò, risulta legittimo il licenziamento fatto nei confronti del capo che si fa strisciare il badge dal sottoposto per far figurare che è in servizio ed invece è intento a fare i fatti propri. Difatti, non soltanto egli ruba letteralmente lo stipendio all’azienda per cui lavora, ma aggrava la sua posizione perché lo fa timbrare da un suo sottoposto e dunque abusa palesemente della sua posizione gerarchica. Non viene ritenuto quindi vendicativo il licenziamento effettuato, poiché giustificato dalle condotte sopraindicate dell’incolpato; la giusta causa è legittima nonostante le tensioni in azienda a causa della relazione dell’incolpato con una collega, relazione che ha determinato la rottura del rapporto fra la donna e il responsabile dell’azienda.