Sentenza 533/2022 Tribunale Foggia
In uno con le linee guida indicate dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, anche i provvedimenti della Giustizia italiana hanno imboccato una strada meno permissiva, nei confronti di quei figli che si adagiano sulla certezza di un assegno di mantenimento, non cercando autonomia economica.
A nulla vale il concetto che, nel settore in cui ci si è laureati, non si trovino sbocchi lavorativi: deve intervenire una capacità personale a trovare soluzioni alternative, tali da produrre un reddito di sopravvivenza.
A “30 anni” non è più lecito percepire un assegno di mantenimento e, in conseguenza, non è neppure giustificato che la madre continui a detenere la casa familiare, perché non vi è più nessun motivo per salvaguardare l’habitat psicologico dei figli.
Dunque, leggero aumento dell’assegno alla madre, ma restituzione della casa in cui viveva la famiglia.