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GEOLOCALIZZATO: QUINDI IN FLAGRANZA O QUASI!

Sentenza 6421/2024 Corte Cassazione

L’inseguimento virtuale pone nuovi parametri al concetto di arresto in “flagranza o quasi flagranza”.

Infatti la Suprema Corte ha stabilito che l’individuazione, poco dopo un furto, del responsabile attraverso un dispositivo elettronico di geolocalizzazione, non è incompatibile con il concetto di arresto in flagranza o quasi flagranza, poiché il dispositivo viene equiparato ad un inseguimento virtuale.

La Corte d’Appello di Milano aveva ritenuto illegittimo l’arresto del reo, individuato subito dopo il furto, grazie ad un congegno di geolocalizzazione all’interno delle cose sottratte.

La Suprema Corte ha sancito che, la fattispecie di “quasi flagranza” costituita dalla “sorpresa” dell’indiziato “con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima” non richiede che la polizia giudiziaria abbia diretta percezione della commissione del reato, essendo sufficiente l’immediato rinvenimento delle tracce dello stesso e del loro collegamento inequivocabile con l’indiziato (cfr.Cass.5355/2017)

Non può essere considerato in “flagranza o quasi” l’arresto, solo se conseguente ad indagini di polizia giudiziaria.

Nel caso in esame risulta che l’ arresto è avvenuto grazie ad un dispositivo di geolocalizzazione “Air Tag” posto all’interno del portafoglio di una delle persone offese e il ladro è stato rintracciato in una sala slot, dove aveva appena utilizzato una delle carte di credito sottratte nel corso dell’azione furtiva: dunque nella flagranza del delitto di cui all’art. 493-ter cod. pen.

Alla questione la cassazione fornisce una risposta chiara, atteso che l’individuazione, in tempi brevi attraverso un dispositivo elettronico, non comporta alcuna indagine incompatibile con il concetto di arresto in flagranza o quasi flagranza, poiché il dispositivo si configura alla stregua di un inseguimento virtuale.

Erroneamente inteso, quindi, il dettame dell’art. 382 cod. proc. pen., stante la quasi immediata individuazione dell’arrestato in forza non già di indagini della polizia giudiziaria, bensì grazie ad un congegno, facente parte della refurtiva.