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Se il capo bullizza il sottoposto ne risponde l’azienda

Sentenza 219/2023 Tribunale Udine

Pur non rientrando nella fattispecie del “mobbing”, non essendoci un piano definito e finalizzato ad uno scopo ben preciso, il comportamento di questa “eccentrica dirigente”, ha creato grossi problemi per l’azienda datrice di lavoro.
In buona sostanza, questa donna dava libero sfogo alle sue personali frustrazioni, trattando male in maniera indiscriminata tutti i dipendenti a lei sottoposti.
Però, come spesso avviene nel comportamento dei “finti forti”, le azioni offensive venivano accentuate unicamente nei confronti di coloro che erano incapaci di reagire, per varie motivazioni, mentre non trovavano seguito quando i vessati avevano il carattere per mettere a posto la “virago”.
“Il capo sono io e devi fare quello che voglio io: io ti ho creata ed io ti posso distruggere: se non ti va bene licenziati”!
Queste alcune delle frasi incriminate a cui, la ricorrente sottoposta, non aveva la forza di ribellarsi, subendo una situazione che l’aveva gradualmente portata ad un forte stato di stress emotivo. Avviato quindi un procedimento giudiziario e riconosciuto il suo diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali, nella misura di €25.000, interamente a carico dell’azienda, incapace di frenare le malvagità della sua dirigente.