Ordinanza 14000/2025 Corte Cassazione
In Italia, la responsabilità genitoriale assume un ruolo centrale quando si tratta di danni causati da figli minori. Un ambito particolarmente delicato è quello legato alla guida di ciclomotori.
Se un ragazzo minorenne provoca un incidente mentre è alla guida di un motorino, chi risponde dei danni?
La risposta, secondo la più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, è chiara: i genitori sono responsabili, anche se non presenti al momento del sinistro.
La Cassazione ha più volte ribadito che la responsabilità dei genitori per gli atti illeciti dei figli minori trova fondamento nell’art. 2048 c.c., che sancisce l’obbligo di vigilanza e di educazione.
Non si tratta solo di impedire materialmente l’uso improprio di un mezzo, ma anche di trasmettere al figlio quei valori e quelle regole di comportamento che ne prevengano una guida pericolosa o irresponsabile.
In altre parole, il genitore non può ritenersi esente solo perché ha autorizzato il minore a guidare, dopo aver ottenuto il patentino.
In diverse sentenze la Suprema Corte ha sottolineato che il rilascio del patentino o della patente AM non solleva i genitori da ogni responsabilità. Se il minore guida in modo imprudente, i genitori devono dimostrare di aver assolto il proprio dovere educativo e di vigilanza, cosa non sempre facile.
In assenza di tale prova, la responsabilità resta in capo a loro.
Ribadita, quindi, una responsabilità “presunta” dei genitori, che può essere esclusa solo con la prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Questo principio è volto a tutelare le vittime e a incentivare un’educazione più consapevole alla mobilità.
Lasciare che un minore guidi un motorino non è solo una questione di fiducia o legalità, ma comporta una precisa assunzione di responsabilità civile da parte dei genitori, che dovrebbero sempre vigilare, educare e, se necessario, intervenire.
La Cassazione parla chiaro: i genitori rispondono, e la prevenzione parte dalle mura di casa.