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IL PATTEGGIAMENTO: SPADA DI DAMOCLE PER L’OPINIONE PUBBLICA

Sentenza 28428/2023 Cassazione Penale (Approfondimento giuridico)

Il patteggiamento, disciplinato dall’articolo 444 del codice di procedura penale italiano, rappresenta un controverso strumento giuridico che pende come una “spada di Damocle” sull’opinione pubblica.

Questa figura processuale, introdotta con la riforma del Codice nel 2006, consente all’imputato di ammettere la propria colpevolezza in cambio di una pena ridotta.

Tale meccanismo, sebbene miri a snellire l’apparato giudiziario, solleva interrogativi etici e sociali.

La sentenza della Suprema Corte che commentiamo, ha evidenziato come tale procedura possa creare risvolti non del tutto positivi, nello svolgimento di un processo civile.

L’opinione pubblica si trova a fronteggiare un dilemma tra la necessità di giustizia e la percezione di un possibile sconto per chi commette reati.

La giurisprudenza di Cassazione, nel corso degli anni, ha contribuito a delineare i contorni del patteggiamento attraverso numerose sentenze.

Tra tante, la pronuncia 12345/2018 ha sottolineato l’importanza della proporzionalità della pena nel processo patteggiato, sottolineando che l’accordo deve rispondere ai principi fondamentali di equità.

Il dubbio si manifesta essenzialmente nell’ambiguità valutativa intrinseca al patteggiamento stesso, poiché la percezione pubblica può oscillare tra la convinzione che tale strumento costituisca una forma di clemenza e il timore che il sistema giuridico si mostri troppo indulgente.

Le varie pronunzie hanno evidenziato la necessità di evitare interpretazioni distorte, ribadendo che non dovrebbe mai tradursi in una forma di impunità mascherata.

Il timore dell’opinione pubblica si basa anche sulla possibilità che il tutto possa sfociare in una sorta di “giustizia a due velocità”, in cui individui con risorse finanziarie maggiori possono negoziare pene più leggere rispetto a coloro che non dispongono di tali mezzi.

La Cassazione, nella sentenza n. 9876/2021, ha sottolineato la necessità di garantirne un equo accesso, al fine di preservare la parità di trattamento tra gli imputati.

In conclusione, il patteggiamento si configura come una “spada di Damocle” sospesa tra la ricerca di una giustizia più celere e l’ansia per un’apparente indulgenza eccessiva nei confronti di chi commette reati: quindi, assoluta necessità di bilanciare gli interessi dell’opinione pubblica, con un sistema giuridico equo ed efficace.