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Indebita compensazione: sequestro diretto delle somme presenti al momento della consumazione del reato.

La terza sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza 7334 del 25 febbraio 2021, respingendo il ricorso di un vertice aziendale che aveva indebitamente compensato delle imposte, ha sancito l’immediato sequestro preventivo del saldo presente sul conto corrente sociale, spettando alla difesa, richiedente l’annullamento della misura, dimostrare l’indisponibilità delle somme al momento della consumazione del reato. La confisca dei proventi frutto dell’indebita compensazione commessa dall’amministratore di una persona giuridica, può avere ad oggetto il saldo del conto corrente della società presente al momento della violazione coincidente con la presentazione dell’ultimo modello F24. Pertanto, facendo leva sull’aumento della disponibilità monetaria in seguito al mancato versamento dell’imposta, è la difesa a dover provare che, al momento della consumazione del reato, non erano presenti, sul conto corrente, somme a disposizione del contribuente o che le somme sequestrare risultano essere il frutto di accrediti leciti effettuati in un momento successivo.