Sentenza 47187/2023 Corte
A volte i confini tra reale ed immaginario sono molto effimeri e può capitare di trovarsi a disquisire giuridicamente di argomenti strani e fuorvianti!
Anche la Suprema Corte è stata costretta a dare risposta ad una di queste situazioni, sentenziando sul quesito se la detenzione di fumetti (o altre immagini)
in cui appaiano rapporti sessuali tra adulti e minorenni, possa costituire reato.
Nel caso specifico, un uomo era stato condannato dalla Corte di Appello di Trieste per il reato di detenzione di materiale pornografico (ex art. 600-quater c.p.), perché trovato in possesso di materiale pedopornografico consistente in immagini riproducenti rapporti sessuali incestuosi tra adulti e minorenni, illustrative di un racconto erotico.
La difesa ricorreva in Cassazione censurando la motivazione della Corte territoriale in quanto i fumetti non potevano indurre alcuno a ritenere reali le situazioni rappresentate.
La Suprema Corte ha tuttavia respinto il ricorso sottolineando che, ai fini del reato di materiale pedopornografico, assumono rilevanza penale anche disegni, pitture, e tutto ciò che sia idoneo a dare allo spettatore l’idea che l’oggetto della rappresentazione pornografica sia un minore.
Essendo stato rigettato questo ricorso e confermata la condanna, ci chiediamo cosa possa accadere, per il rispetto di una “par condicio“, a tutti coloro che possiedono quadri antichi, anche di famosi pittori, in cui sono state raffigurate scene erotiche, con nudità di adolescenti!