Ordinanza 1124/2024 Cassazione Lavoro
Con questa ordinanza, la Suprema Corte ha sentenziato che costituiscono reato di “mobbing“, le manifestazioni vessatorie del superiore gerarchico nei confronti di una dipendente, con specifico riferimento al suo aspetto fisico.
Nel caso osservato, il giudice di merito aveva accertato che all’inizio dell’attività lavorativa, le fu imposta una dieta ipoglicemica, affinché potesse dimagrire e indossare così una divisa di taglia media o small. Inoltre, ad essa dipendente, furono imposti esami ematici, con l’obbligo di dare visione dei referti.
La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Brescia che aveva riconosciuto il danno non patrimoniale sofferto dalla lavoratrice, liquidando un risarcimento di €12.500: di fatto queste pratiche avevano portato a una marcata deflessione del tono dell’umore della soccombente, culminando in una grave depressione reattiva.
I danni prodotti da cattiva gestione di un rapporto di lavoro possono andare ben oltre la comune immaginazione: per cui risulta indispensabile che, chi gestisce un potere in tal senso, agisca sempre nel totale rispetto delle individualità, sia da un punto di vista umano che giuridico.
Ci piace immaginare che parte del risarcimento sia stato speso per pranzi e cene in ristoranti stellati: alla salute della dirigente!