Sentenza 29/2014 Corte Appello Messina
Ogni tanto gettiamo uno sguardo indietro nel tempo, per commentare sentenze che hanno creato scalpore.
In quella che prendiamo oggi in esame, la Corte d’Appello accolse il ricorso dell’ASL, in riferimento alla condanna subita in primo grado di giudizio, che la obbligava a risarcire il danno ad un dipendente, che aveva ottenuto lavoro solo a seguito di una “serie continuativa” di contratti a tempo determinato.
Pur riconoscendo la Corte che, detto comportamento aziendale, andava contro a tutte le disposizioni della UE, (in riferimento al privilegio doveroso nei confronti del sorgere di contratti a tempo indeterminato), non riconobbe al dipendente alcun diritto di risarcimento.
In buona sostanza, sentenziò la Corte, tale diritto sarebbe potuto nascere solo dalla “prova diabolica” che, detta tipologia di contratti, aveva creato un danno, facendo perdere altre opportunità di lavoro. Tutto molto opinabile.