Ordinanza 09/09/2022 Tribunale di Roma – Sez. Diciotto Civile.
In questa pronuncia, il Tribunale di Roma, ha preso posizione, addirittura, contro un Decreto del Ministro dell’Interno del 2019, ingiungendo di indicare sulla Carta d’Identità Elettronica di una minore, il termine “genitore”, riferito sia alla madre naturale che a quella adottiva, che veniva invece qualificata sotto la dicitura di “padre”.
Formula viziata da eccesso di potere e contraria alle Norme Costituzionali e dell’Unione Europea. Il Documento d’Identità deve, di fatto, indicare con esattezza le risultanze degli atti dello stato civile: quindi da modificare software ed hardware, per dare lo giusto spazio qualificativo alle due mamme.
Addirittura rischio di falso ideologico per il funzionario, che indica come “padre”, una gentile signora: senza contare le problematiche che si potrebbero creare ad una frontiera, con il documento sottoposto al vaglio di un solerte Ufficiale di Polizia straniero.
Un tempo, Salomone, per scoprire la vera madre di una bimba contestata, ordinò di tagliarla a metà.
Ai giorni nostri, basta una variazione sulla carta d’identità. Molto meglio così!