Sentenze 177-178/2023 Corte Costituzionale
Ormai ci siamo abituati alla circostanza che, i diritti degli individui, sono sempre dominanti in confronto anche alle posizioni giuridiche, qualunque esse siano.
Nelle due sentenze che prendiamo in esame, la Corte Costituzionale ha, in entrambi i casi, dato rilevanza al rispetto delle singole posizioni, anche contro le richieste, seppur legalmente avanzate, di Stati della UE.
La prima vicenda riguardava la richiesta di un Tribunale della Croazia, riferita alla consegna di un cittadino italiano, (affetto però da gravi disturbi psichici), in riferimento alla imputabilità per reati commessi in quel paese.
La Corte Costituzionale ha investito l’autorità della Corte di Giustizia Europea, ipotizzando il rischio che, detta consegna, potesse mettere a repentaglio le già gravi patologie del reo.
La risposta è stata molto esplicativa, asserendo che le autorità dello Stato richiedente, sono tenute a trasmettere precise informazioni, in riferimento alle condizioni di detenzione, al fine di garantire la salute dell’individuo.
Il secondo caso riguardava la richiesta di consegna, avanzata dalla Romania, riferita ad un cittadino moldavo che risiedeva però stabilmente in Italia, al fine di fargli scontare una pena detentiva in quel paese.
La Corte di Giustizia UE ha sentenziato che si doveva attuare un principio di uguaglianza, consentendo che colui che era ormai da anni radicato, per lavoro e famiglia in Italia, potesse scontare qui la propria pena.