Sentenza 10794/2023 Corte Europea
La CEDU (Corte Europea Diritti Umani), ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da coppie gay, che chiedevano una condanna dello Stato, per aver rifiutato la trascrizione degli atti di nascita di bambini, nati da maternità surrogata e legalmente riconosciuti all’estero.
In buona sostanza, la Corte di Strasburgo, pur riconoscendo il desiderio da parte delle coppie di regolarizzare la posizione dei neonati, ha stabilito che le stesse non avevano utilizzato la possibilità di ricorrere “all’adozione in casi particolari”, procedura prevista ed attuabile.
Anche le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza 38162/2022, aveva adottato un provvedimento similare, sancendo che, con l’adozione in casi particolari, l’ordinamento italiano tutela l’interesse dei minori al riconoscimento giuridico “ex post”, in attesa di verifica del rapporto con i genitori di intenzione. Battistrada ad un atteggiamento negativo del problema è stata l’Islanda che, nel 2021, aveva emesso un divieto alla “gestazione per altri”.
La sentenza che citiamo, esce quasi all’unisono con la decisione della procura di Padova, che ha dichiarato illegittimi 33 atti di nascita in cui venivano indicate due madri, registrati dal 2017 ad oggi.