Ordinanza 20/09/2023 Tribunale di Cuneo e Corte Costituzionale
Abbiamo imparato che “La Giustizia” può rivelarsi anche accondiscendente in alcuni casi, senza per questo spogliarsi della massima di essere “uguale per tutti”.
Nel caso preso in esame, il Tribunale di Cuneo ha ritenuto opportuno sollecitare proprio questo aspetto nella conduzione del processo, in riferimento alla applicabilità delle leggi, coinvolgendo il parere della Consulta, in merito ad una fattispecie pur grave di reato, che non teneva però presente se il fatto risultasse di “lieve entità” per natura, mezzi e modalità con cui era stato perpetrato.
Di fatto, in un procedimento penale contro due giovani imputati di “rapina impropria”, per aver sottratto da un supermercato due panini ed una scatoletta di tonno, si faceva presente che la pena prevista andava da 5 a 10 anni di reclusione ed una multa fino ad €2.500.
Veniva puntualizzata nell’ordinanza, la mancanza di previsione di una diminuente, per casi come quello osservato, caratterizzati da una esiguità di contenuti.
Indubbiamente reprensibile il comportamento dei due giovani che, vistisi scoperti nei pressi delle casse di pagamento, avevano avviato una reazione violenta spintonando l’addetto alla sorveglianza, per poi darsi alla fuga.
Ma, al di là di questo, la particolare tenuità del danno ha fatto sì che i giudici della Corte Costituzionale, (in richiamo agli articoli 134 della Costituzione e 23 segg. della Legge 87/1953), abbiano ritenuto fondata la questione di legittimità in riferimento all’art.628 c.p., laddove non preveda una sminuente, per fatti di appurata lieve entità.