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Post Jobs Act il dipendente rischia la sanzione disciplinare se perde tempo su internet dal pc aziendale.

Lo ha stabilito la sezione lavoro della Cassazione nella sentenza 32760/21, pubblicata il 9 novembre. Con le modifiche del Jobs Act infatti è prevista una lettura in senso più restrittivo dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. Gli elementi raccolti dagli strumenti che il dipendente impiega per eseguire la prestazione ( ad esempio il pc aziendale) possono essere utilizzati per verificare la diligenza degli addetti nello svolgimento delle mansioni di lavoro. Ciò però risulta vero solo per le condotte posteriori alle modifiche del Jobs Act, per quelle anteriori risultano fermi i paletti ai controlli difensivi, in questi casi gli elementi acquisiti dall’azienda nell’ambito di tali controlli non possono essere impiegati per provare l’inadempimento contrattuale del lavoratore. Ecco perché è stato bocciato il ricorso del datore e dichiarato definitivo l’annullamento della sanzione disciplinare inflitta al dipendente che, durante l’orario di lavoro e dal pc aziendale, si era collegato ad una serie di siti di carattere ludico e commerciale. La contestazione risultava risalente ad un epoca precedente alla riforma, solo per le condotte successive alla stessa il datore può controllare dal pc se il dipendente lavora.