Sentenza 5097/2023 Corte di Cassazione
Questa è una di quelle pronunce della Corte, che a volte accendono qualche dubbio nei comuni mortali, che non riescono ad immergersi nelle logiche, squisitamente dottrinali, delle dispute legali.
In buona sostanza un avvocato che aveva acquistato un cellulare, riscontrando successivamente vizi insanabili, aveva ottenuto una sentenza di primo grado che condannava la società di produzione al risarcimento del danno.
Senza immaginare i risvolti che ciò avrebbe prodotto, il legale aveva dichiarato, in fase di giudizio, che l’acquisto era finalizzato a scopo lavorativo del suo studio professionale.
Abile ed accorta la difesa della società, che ha sfruttato tale dichiarazione per far cadere la figura di consumatore legata al professionista: tale configurazione può essere riferita solo ad un acquirente di un bene di consumo, che lo usa a scopo personale. Detta figura viene protetta da una serie di benefici, compreso il totale risarcimento in caso di malfunzionamento.
L’acquisto per uso professionale, quindi, ha fatto decadere l’acquirente da tali benefici, unendo al danno di una spesa inutile anche la beffa di aver perso la causa.