Normativa vigente.
Come è bello vedere un’abitazione con un giardino fiorito e ben curato che, oltre a valorizzarla , crea lustro a tutto il vicinato.
Ma il rovescio della medaglia è ugualmente di forte impatto: ma all’incontrario.
Di fatto, un giardino con alberi e prati incolti, oltre ad imbruttire la casa ed il circondario, può essere veicolo di problematiche di carattere penale e di pubblica igiene.
Vediamo cosa prevede la nostra normativa.
Due sono i soggetti esterni che possono prendere posizione, ed obbligare un proprietario alla giusta e decorosa manutenzione dei propri spazi esterni.
Per primo il vicino di casa, che da una crescita di rami di arbusti o da siepi invasive, vede leso il proprio diritto di proprietà, con il rischio che, stepaglie e prati secchi, possano dare adito ad incendi estivi, con un pericolo per l’incolumità dello stesso e della propria abitazione.
In tal caso, il soggetto soccombente può adire le vie legali, con richiesta di provvedimento che obblighi il proprietario limitrofo a risolvere le turbative in atto.
In assenza di riscontro ed ottemperanza alle disposizioni del giudice, interviene il Codice Penale, che prevede sanzioni con multa fino a €200 e reclusione fino a 3 mesi.
Secondo soggetto con legittimazione attiva è il Sindaco, che può emettere un ordinanza in danno di esso proprietario, per motivi di igiene pubblica e pubblica incolumità, con uguali gravami in caso di inadempienza.