La prima sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza 6245/22 ha sancito che scatta il reato di molestia se si proietta la fotocamera dello smartphone contro la vittima pur non riprendendola in quanto, genera un’invasione della sfera privata. nel caso in esame, l’imputato aveva rivolto il cellulare verso la persona offesa, facendole capire di essere ripresa con la fotocamera; l’imputato, contestava tale accusa in quanto il giudice lo aveva ritenuto responsabile in assenza di prove. pertanto, secondo la cassazione, tale comportamento è sufficiente ad integrare il reato di molestie perchè idoneo ad arrecare fastidio e disagio alla vittima: la sola proiezione della fotocamera è capace di minare la serenità ed arrecare turbamento.