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Lavoro nero e regolarizzazione per gli stranieri

Flash per 21/07

Sentenza 149/2023 Corte Costituzionale

Il decreto legge 34/2020, detto Decreto Rilancio, dava la possibilità di accedere alle regolarizzazioni del lavoro nero, a datori di lavoro stranieri, in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo, escludendo tutti gli altri pur regolarmente soggiornanti in Italia. La Corte ha stabilito che questo provvedimento contrasta con l’articolo 3 della Costituzione, dichiarandone la parziale illegittimità.
Secondo la Consulta la norma è manifestamente irragionevole ed eccessivamente restrittiva. L’emersione del lavoro nero, in riferimento a cittadini stranieri, inevitabilmente si intreccia alla possibilità di regolarizzare il soggiorno, quindi con uno scopo sociale di primaria importanza: ciò non solo a tutela dei singoli, ma nell’interesse generale della trasparenza del Mercato del Lavoro.
Già nella preparazione della legge, appariva chiaro come la “ratio” fosse quella di fornire un più ampio supporto al lavoratori stranieri (e alle loro famiglie), costretti ad avviare attività in nero al mero scopo di sostentamento dei propri familiari.
Illegittimo, quindi, limitare ogni ipotesi per poter dare dignità operativa a tali individui.