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Reintegrato il lavoratore grazie a whatsapp

Sentenza 1936/2019 Tribunale Milano

Anche la tecnologia può diventare valido aiuto per i dipendenti, che subiscono illeciti comportamenti da parte dei propri datori di lavoro. Nel caso preso in esame, chiaro il motivo ritorsivo del licenziamento, giunto a seguito delle numerose richieste di pagamento degli arretrati, trasmesse proprio attraverso WhatsApp.

Cadute tutte le tesi difensive in riferimento alla mancata qualifica ed al fatto che, il lavoratore, avesse iniziato una collaborazione saltuaria prima di essere stato realmente assunto.

Riconosciuto lo status di dipendente, anche per il periodo contestato, e considerato, altresì, troppo lungo il periodo di prova posto a giustificazione delle mancate mensilità.

Riscontrato anche il comportamento illecito del datore di lavoro, che aveva tentato di modificare date ed orari di lavoro, correggendo a penna i documenti dimostrativi.

Sancita, in conseguenza, la nullità del provvedimento, con contestuale reintegra del lavoratore.