Sentenza 16972/2023 Corte Cassazione
La tecnica dello “struzzo” non è mai stata molto indicata per risolvere i problemi e, nascondere la testa sotto la sabbia ritenendo che questo ci renda invisibili, ottiene a volte il risultato contrario.
È il caso occorso ad un uomo che è stato punito dalla sentenza presa in esame in cui, gli Ermellini, non hanno dato credibilità alle sue dichiarazioni, non supportate da riscontri processuali certi.
Il fatto è semplice nella sua stranezza.
Il nostro “fuggitivo” disconosceva la paternità del pargolo messo al mondo dalla sua ex compagna, asserendo che la stessa, nel periodo precedente alla nascita, aveva intrattenuto una pluralità di relazioni con altri uomini.
Lui, proprio in quel periodo, si trovava invece in precarie condizioni di salute, a causa di un incidente.
Per semplificare: “Non può essere figlio mio, perché non mi sentivo molto bene”!
Ovvia la prescrizione della CTU di accedere al test del DNA, sempre però rifiutato dal nostro “struzzo”, senza motivazioni specifiche.
Gli Ermellini quindi, alla luce della certezza di una prolungata relazione e del rifiuto dell’accertamento ematico, hanno provveduto, seduta stante, al riconoscimento della paternità.
Questa è la prova che, di fronte alle proprie responsabilità, non basta nascondersi!