Sentenza 05.04/2023 Tribunale Milano – Sez. Lavoro
Accolto il ricorso di una lavoratrice padovana, dipendente di una società di vigilanza privata, ed addetta all’attivita di portierato, in un magazzino della grande distribuzione.
La retribuzione che la stessa percepiva, era riportabile alla somma di €3.96 per ora di attività, per un ammontare mensile di €640.
Tale cifra è stata stimata sotto il livello di povertà, stimato dall’ISTAT nel 2020, e pari ad €840 al mese.
I giudici hanno condannato la società a versare le cifre per differenza, con riferimento a quanto previsto dal C.C.N.L. Portierato.
La retribuzione originaria non consentiva, secondo la sentenza, di vivere una vita dignitosa, così come previsto dall’art. 36 della Costituzione.
Risarcita quindi la dipendente, con €6.700 per arretrati, ed adeguato il suo stipendio orario, nel rispetto dei parametri da Contratto di Lavoro Nazionale.
