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Scatta il danno parentale per gli eredi del paziente morto per uno scompenso cardiaco dopo l’intervento al ginocchio.

Lo ha stabilito la terza sezione civile della Cassazione nella sentenza 13158/21, depositata il 14 maggio. I Supremi Giudici, nel caso di specie, hanno stabilito che scatta il danno parentale al massimo delle tabelle milanesi per gli eredi del paziente deceduto a causa di uno scompenso cardiaco dopo aver subito un intervento al ginocchio. La liquidazione nella misura più alta è stata stabilita perché la Corte ha constatato che, il decesso, ha letteralmente sconvolto la vita dei familiari, producendo danni gravi alla qualità della vita dei superstiti. La responsabilità è stata attribuita alla clinica e al direttore sanitario perché, l’anestesia, è stata praticata in malo modo dal momento che il malato si sarebbe salvato se fosse stato monitorato in modo adeguato nei minuti successivi all’operazione, la sala risvegli della struttura è stata ritenuta inadeguata e priva di mezzi sufficienti. Quindi, se la sala invece, fosse stata attrezzata, il monitoraggio sarebbe stato in grado di evitare l’esito letale del malore, ecco perché il ricorso delle compagnie assicurative è stato bocciato e spetta all’assicurazione pagare il danno, sussistendo in termini di elevata probabilità il nesso causale tra anestesia effettuata in modo non corretto e arresto cardiocircolatorio del paziente.