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Scatta il ricorso per l’automobilista che non si ferma dopo l’impatto tra gli specchietti retrovisori.

Il codice della strada stabilisce l’obbligo di fermarsi tutte le volte in cui ci sia stato un incidente stradale comunque ricollegabile al proprio comportamento che abbia prodotto danni alla persone. Quest’obbligo è necessario sia per attendere l’intervento della polizia che effettui i rilievi sul luogo e raccolga le opportune dichiarazioni, sia per prestare assistenza a coloro che si siano fatti male.

L’urto dà all’automobilista la consapevolezza del sinistro e delle sue potenzialità lesive per le persone all’interno. Lo ha stabilito oggi la sezione penale con la sentenza 35502/21. Il ricorrente si è rivolto alla Cassazione lamentando la configurabilità dei reati ascritti sotto il profilo soggettivo e oggettivo. Per far si che il reato sussista, si richiede l’effettività del bisogno della vittima e, da quanto emerso dai verbali del pronto soccorso, le persone offese non avevano riportato ferite.

L’imputato aveva avuto piena consapevolezza del sinistro e delle sue potenzialità lesive per le persone a bordo, viste le conseguenze su entrambe le vetture. Pertanto un così forte impatto avrebbe dovuto far sorgere l’idea di una conseguenza lesiva per le persone a bordo dell’altra vettura.