Circolare 3392/2025 Ministero Istruzione
Il provvedimento introduce disposizioni formali sull’uso degli smartphone nel secondo ciclo d’istruzione.
Si tratta di un’evoluzione normativa che rinnova e amplia precedenti note ministeriali (quali la nota n. 5274 del 11 luglio 2024) relative all’uso dei dispositivi digitali nelle istituzioni scolastiche.
Il fulcro della nuova direttiva è il divieto assoluto dell’uso dei telefoni cellulari durante le lezioni, ma anche in qualunque momento dell’orario scolastico attivo. Ciò significa che gli studenti delle superiori non possono utilizzare smartphone né per motivi didattici, né per svago, mentre sono in classe o svolgono attività scolastiche. Il divieto include pause, ricreazione e momenti collettivi, se in orario scolastico.
Le scuole sono tenute ad adeguarsi a questa nuova regolamentazione. In particolare, dovranno aggiornare i propri Regolamenti d’Istituto e rivedere i Patti di corresponsabilità educativa, inserendo clausole specifiche relative all’uso dei dispositivi, alle eventuali sanzioni disciplinari (cioè se saranno previste ammonizioni, ritiro del dispositivo, comunicazioni ai genitori) e alle modalità di custodia degli smartphone durante l’orario scolastico.
La scelta del Ministero si inserisce in un più ampio contesto educativo e culturale: da un lato, mira a contrastare le distrazioni, il fenomeno del cyberbullismo e la dipendenza da social, dall’altro a promuovere un ambiente scolastico dove lo sviluppo cognitivo e relazionale degli studenti non venga offuscato da stimoli digitali esterni.
Tale direttiva rispecchia orientamenti già attuati in molte scuole europee e si apprezza come incentivo al dialogo frontale, alla concentrazione e alla serenità in classe.
Questa misura costituisce anche un’opportunità per riflettere sull’educazione digitale: il Ministero dovrà accompagnare il divieto con attività di media literacy, per guidare gli studenti a sviluppare un rapporto consapevole e responsabile con la tecnologia, in vista di un utilizzo equilibrato nella loro vita quotidiana e futura.
Seppur suscettibile di dibattito, alcuni ritengono eccessivo un divieto totale, altri lo considerano essenziale, il provvedimento rappresenta un chiaro segnale della volontà del Ministero di tutelare l’integrità educativa delle scuole, salvo verificarne l’efficacia sul campo.