Nella vicenda posta all’attenzione la Corte di cassazione, con l’ordinanza 35706, ha accoglie il ricorso di una donna che chiedeva il contributo economico in virtù dei sacrifici fatti durante l’unione.
La Corte di Appello, inizialmente, nega alla ex moglie, ritenuta economicamente autosufficiente, il diritto all’assegno di divorzio, ritenendo irrilevante comunque, ai fini della decisione, quanto emerso dalla relazione investigativa da cui è emersa la relazione della donna con un terzo. La ex lamenta la negazione del diritto all’assegno a lei spettante per il contributo dato alla conduzione della famiglia e alla formazione del reddito comune e di ciascuno. Contesta, inoltre, alla Corte di non avere tenuto conto del fatto che la stessa non è più giovanissima, avendo compiuto 46 anni e di avere difficoltà nel reperire una nuova occupazione sia a causa della crisi del settore dell’abbigliamento che del contesto di appartenenza.
Pertanto, per la Cassazione l’assegno di divorzio va riconosciuto alla ex che ha fatto sacrifici per la famiglia perché la misura ha anche una funzione perequativo-compensativa.