Sentenza 33584/2023 Corte Cassazione
Piano piano stanno crollando molti nostri miti e numerose certezze che credevamo imprescindibili.
Fino a prima di questa sentenza della Cassazione, i più ritenevano che, oggetto di una rapina o di un furto, potesse essere solo un bene materiale: un portafoglio, un orologio di valore o una borsetta. Ma anche su questo la Giurisprudenza ci fa ricredere!
La Suprema Corte ha infatti sentenziato che, l’ingiusto provento di un furto, non si debba necessariamente concretizzare in un bene materiale, ma anche in un vantaggio di natura morale o sentimentale.
Nel caso in esame, l’uomo si era impossessato di un bene della ex compagna, solo per indurla a riavviare un rapporto “more uxorio”: ovvero per ricavare un’utilità non patrimoniale, comunque qualificabile come ingiusto profitto, nel coartare la volontà di un’altra persona.
Furto o rapina poco importa, nella diversa qualificazione dei reati: importante è che, il fine del profitto da essi proveniente, caratterizzato comunque da un dolo specifico, si possa configurare anche con una motivazione di natura non necessariamente patrimoniale.