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SINDACO DEL COMUNE COME PADRE DI FAMIGLIA

Sentenza 1251/2023 Corte Cassazione (Approfondimento legale)

Questa pronunzia della Suprema Corte, ha sancito che il Sindaco di un Comune, nel cui territorio è stato commesso un abuso sessuale, ha il diritto di costituirsi parte civile e di ottenere il risarcimento dei danni, sia in via economica, per l’intervento di supporto attuato a livello sociale, sia per il danno morale conseguente alla “diminutio” di immagine, tesa a garantire la libertà della donna e la pacifica convivenza nell’ambito comunale.

Viene richiamata anche la precedente sentenza pilota, (Cass.38835/2008),
che aveva stabilito la legittimazione di persone giuridiche e di enti di fatto a costituirsi parte civile, quando l’interesse generico e diffuso alla tutela di un bene giuridico non sia astrattamente configurato, ma si concretizza in una determinata realtà storica.

“Un soggetto può costituirsi parte civile non soltanto quando il danno riguardi un bene su cui egli vanti un diritto patrimoniale, ma più in generale quando il danno coincida con la lesione di un diritto soggettivo del soggetto stesso”.

Il Comune, di fatto, è preposto a garantire le pari opportunità per le donne ed a curare il perseguimento dell’obiettivo, adottando un codice di comportamento che assicuri un clima di pieno e sostanziale rispetto reciproco tra uomini e donne, con particolare attenzione all’eliminazione delle situazioni di molestie sessuali.

Per l’attuazione di ciò, sono concesse tutte le iniziative concrete tendenti a perseguire l’obiettivo di contrastare fenomeni d’aggressione di genere, compreso investire risorse economiche con l’istituzione di centri comunali di accoglienza per le vittime di violenza.

Quindi, gli abusi sessuali ledono non solo la libertà morale e fisica della donna, ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni avendo, lo stesso, posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario.

Dal coinvolgimento delle finalità e degli scopi dell’ente, può configurarsi un danno economico diretto, per le diminuzioni patrimoniali eventualmente subite dagli organi comunali predisposti ad alleviare i traumi delle vittime di abusi sessuali.

In conseguenza, dovendosi ritenere il Comune ente esponenziale del suddetto interesse, lo stesso è legittimato a costituirsi parte civile nel processo penale, ai sensi degli artt.185 c.p./ 74 c.p.p.