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SONO ESPLICITO: VOGLIO CHE PUNIATE IL COLPEVOLE!

Sentenza 34450/2024 Corte Cassazione

Esaminata, dalla Suprema Corte, la manifestazione della volontà della persona offesa a che si proceda nei confronti dei responsabili dei reati, divenuti perseguibili a querela.

Nel caso specifico, in esame due diverse posizioni prese da Poste Italiane e da un primario istituito di credito, che avevano subito assalti agli sportelli Bancomat.
Nel primo caso solo una denunzia formale, mentre nel secondo una chiara manifestazione di condanna per il reo.

In tal senso va ribadito che “la sussistenza della volontà di punizione da parte della persona offesa non richiede formule particolari e, pertanto, può essere riconosciuta dal giudice anche in atti che non contengono la sua esplicita manifestazione, i quali, ove emergano situazioni di incertezza, vanno, comunque, interpretati alla luce del favor querelaree che la denuncia formalmente presentata per un fatto originariamente qualificato come perseguibile d’ufficio, e poi ritenuto, invece, integrativo di un reato perseguibile a querela, è idonea ad assumere anche valore di querela, sempre che essa non si limiti alla mera esposizione dei fatti, ma esprima la volontà che, indipendentemente dalla loro apparente qualificazione giuridica, si proceda nei confronti del responsabile“.

Come affermato, infatti, dal costante insegnamento della giurisprudenza di legittimità, in tema di reati perseguibili a querela, la sussistenza della volontà di punizione da parte della persona offesa non richiede formule particolari e, pertanto, può essere riconosciuta dal giudice anche in atti che non contengono la sua esplicita manifestazione.

Chiarito che il termine “querela” è sintesi della manifestazione della volontà che lo Stato proceda penalmente in ordine al fatto di reato in essa descritto, e che la manifestazione della volontà di perseguire l’autore del reato, è univocamente desumibile dall’espressa qualificazione dell’atto, formato dalla polizia giudiziaria, come “verbale di denuncia querela, sottoscritta dalla persona offesa “previa lettura e conferma”.