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SONO UN AVVOCATO, NON UN ESTORSORE!

Sentenza 50652/2024 Corte Cassazione

E’ stato necessario l’intervento della Suprema Corte per annullare, senza rinvio, la sentenza di condanna nei confronti di un avvocato che, per aver dato corso alle vie legali, nella volontà di ricevere i propri emolumenti professionali, era stato citato come “estorsore”!

La recente decisione di annullare tale condanna per tentata estorsione, ex art.629 c.p., ha suscitato un acceso dibattito nella comunità giuridica, in quanto riguardava la richiesta di somme dovute, con riferimento alla normativa vigente.

La sentenza in questione ha delineato il cruciale solco che delimita una richiesta legittima di pagamento, con il tentativo di estorsione.

La difesa del professionista coinvolto, ha evidenziato come il tutto si basasse su solidi fondamenti legali, con richiami a citazione di sentenze e giurisprudenza costante, che evidenziava il diritto di richiedere le somme pattuite.

Gli avvocati difensori del professionista, hanno argomentato che l’interpretazione della normativa vigente era fondamentale per comprendere la legittimità dell’agire del proprio patrocinato.

L’art.629 c.p., che tratta delle ipotesi di estorsione, richiede una valutazione attenta delle circostanze specifiche del caso.

La corte ha sottolineato l’importanza di considerare la buona fede dell’avvocato, che aveva operato nel perseguimento di un interesse legittimo.

La sentenza è stata un punto chiave nella difesa dell’avvocatura e dei suoi diritti, pur avendo la Corte esaminato attentamente il contesto della richiesta di pagamento, valutando se l’avvocato avesse agito in buona fede nell’interpretare correttamente la normativa applicabile.

Effettuata, quindi, una chiara distinzione tra azioni legittime nell’ambito legale e tentativi di estorsione, con totale salvaguardia dell’operato deontologico.

La pronunzia inequivocabile ed il successivo annullamento della condanna, hanno sottolineato la complessità nel valutare tali evenienze.

La giurisprudenza in questo ambito è in continua evoluzione, evidenziando la necessità di un’analisi attenta delle circostanze specifiche di ogni caso, per evitare i proditori tentativi di sfuggire alle proprie responsabilità, calunniando l’altrui operato.