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Tag: sentenza Cassazione

NAVIGARE SUL COMPUTER AZIENDALE PUÒ PORTARE IN MARI TEMPESTOSI

di studio legale labonia

Ordinanza 8943/2025 Corte Cassazione Sancito che il datore di lavoro, per poter prendere drastici provvedimenti, deve documentare l’addebito in maniera circostanziata e precisa. La Suprema Corte, confermando le pronunce dei primi due gradi di giudizio, conferma che, senza prove dettagliate sulla durata e sistematicità della condotta, il licenziamento per giusta causa è illegittimo. Il caso riguarda un…

SE LA LEGGE È MORBIDA, IO NON LO SONO!

di studio legale labonia

Sentenza 12497/2025 Corte Cassazione La Suprema Corte si è pronunziata sulla cosiddetta “giustizia fai da te”, sancendone il non riconoscimento rispetto ad ogni parametro giuridico. La vicenda da cui è scaturita la sentenza, ha visto una donna agire da “giustiziera” nei confronti di un uomo, dalla stessa ritenuto responsabile del furto di due cellulari. La…

QUESTI DEBITI NON LI PAGO: SONO DATATI!

di studio legale labonia

Sentenza 7489/2025 Corte Cassazione In buona sostanza, il proprietario di un immobile non è automaticamente responsabile dei debiti condominiali sorti prima dell’acquisto. Nel caso preso in esame, erano contestati debiti su un immobile acquistato nel 2010, mentre la delibera condominiale per lavori di ristrutturazione risaliva al 2005. La sentenza definitiva di condanna del condominio, però, era del 2016: per…

VAX O NO VAX: QUESTO È IL PROBLEMA

di studio legale labonia

Sentenza 8224/2025 Corte Cassazione La Suprema Corte si è interessata del caso di un uomo deceduto a seguito di una encefalomielite postvaccinica, contratta in seguito alla somministrazione del vaccino antinfluenzale. Il procedimento era stato avviato dalla vittima e proseguito dalle figlie, dopo il decesso dello stesso. Chiarito che possono astrattamente concorrere tre diversi tipi di responsabilità in…

DIMMI CON CHI VAI: TI DIRÒ CHI SEI E SE HAI DIRITTO ALL’INDENNIZZO!

di segreteria studio legala labonia

Sentenza 47335/2024 Corte Cassazione Le frequentazioni ambigue o con persone coinvolte in attività illecite spesso comportano la negazione dell’indennizzo (colpa grave) o la diminuzione della quantificazione dell’indennizzo (colpa lieve), da parte dei giudici chiamati a decidere sull’istanza di ingiusta detenzione. Deve però chiarirsi che non tutte le frequentazioni sono tali da integrare la colpa ma…