Sentenza 31776/2023 Corte Cassazione
Prima di approcciare questo articolo, mi si conceda un personale ringraziamento alla Suprema Corte che ha riconosciuto, anche in una persona di età avanzata, la possibilità di essere considerata ancora operativa.
La vicenda prende il via da una condanna subita da una donna in primo grado di giudizio, alla pena di 2 anni di reclusione ed €800 di multa, per la fattispecie di furto aggravato.
Tale aggravante, secondo i primi giudici, nasceva dall’età “più che matura” del derubato, che faceva presupporre una sua minorata difesa, ai sensi dell’articolo 61 Codice Penale.
Pronto il ricorso in Cassazione, teso a dimostrare che l’età della vittima in nulla aveva inciso sulla commistione del reato, in quanto era in ottime condizioni fisiche e psichiche, a dispetto dell’anagrafe.
La Corte ha pienamente accolto il ricorso, ritenendo non giustificata la presunzione negativa rispetto al dato anagrafico: necessario un accertamento concreto sulle condizioni del derubato, senza applicare ingiustificati automatismi sminuenti.
Per configurare l’ aggravante, le condizioni di tempo, luogo e condizioni della persona offesa, devono evidenziare una effettiva situazione di vulnerabilità del soggetto passivo, e non una mera ipotesi al riguardo.